Il
Sequenzialismo di Angelo Calabria, in arte ACA, credo sia il primo
tentativo di esprimere con un linguaggio artistico la grande
rivoluzione della fisica contemporanea nel descrivere la realtà: le
scoperte scientifiche del XX secolo ci hanno rivelato che la materia
e gli stessi eventi di cui siamo protagonisti o osservatori, non
sono “un continuum ininterrotto” strutturato in tre o quattro
dimensioni, ma “esistono come flussi di particelle che scorrono nel
continuum di dimensioni sequenziali in costante evoluzione”…”Le
particelle elementari sono entità doppie, possono essere cioè sia
grani di materia solida che onde immateriali e sono in grado di
assumere contemporaneamente più stati.”
Semplificando: la materia (misurabile e
tangibile) non può essere più concepita in contrapposizione
all'energia, ma è la stessa energia “condensata” ed emergente dal
“continuum”, grazie all'interazione tra le particelle che la
compongono, la luce e la facoltà-attività cerebrale dell'essere
umano che la percepisce “creativamente”attraverso i cinque
sensi.
A questa rivoluzione
copernicana nel modo di considerare e definire la
realtà cosiddetta materiale non possono che adeguarsi il linguaggio
e tutte le forme di comunicazione oggi emergenti. Noi ci occuperemo
della comunicazione attraverso l'Arte di Angelo Calabria.
L'impresa del nostro artista appare subito titanica
e forse anche temeraria, nonostante l'apparente “semplicità” delle
sue icone arcaiche ricorrenti: le frecce e i numeri. Egli infatti,
di pari passo con la ricerca scientifica e in sinergia con le
tecnologie avanzate dell'informatica, si addentra con lo sguardo nel
cuore della materia e trova conferma alle teorie scientifiche:
l'Arte cioè, oltre ad essere invenzione creativa, è
soprattutto una forma privilegiata di conoscenza della
realtà, mentre la ricerca scientifica, oltre ad essere
conoscenza e scoperta, è anche in qualche modo invenzione della
stessa realtà, cioè partecipa alla sua “creazione” e configurazione
che poi coincide, in senso letterale, con la nostra “visione del
mondo”. Così si chiude (e si riapre) la circolarità semantica tra
Arte e Scienza a cui hanno guardato tutte le grandi menti
speculative e creative di ogni tempo.
Parlando del momento della fruizione il nostro
artista si esprime così: “Con l'opera
<sequenzialista> ci si addentra nel primo
stadio (comunicativo), all' “origine”, dove il messaggio coincide
con l'informazione primaria del gesto, con la sua essenza e dove a
comunicare è la direzione sequenziale spazio-temporale
espressiva - del movimento della mano (artista) e dello
sguardo “osservatore” - che ci parla al di là del
risultato-immagine della forma e del colore o della
referenzialità figurativa.” E ancora: “…Si tratta, in
sostanza, di non assecondare passivamente lo stimolo
percettivo generale e immediato, ma di agire “attivamente” e in
maniera analitica per approfondire, con ulteriori
informazioni (spazio-temporali), quello stesso
stimolo.”
L'opera nasce nella mente dell'artista e conclude
il suo percorso negli occhi e nella mente dell'osservatore e,
attraverso l'intero percorso, che è poi l'evento della
comunicazione, fa interagire il primo con il secondo modificando
entrambi e la percezione che hanno della stessa opera. Questo accade
sempre, anche a livello inconscio, nel momento della percezione
dell'opera d'Arte, ma, nel pensiero di ACA e nelle sue creazioni si
verifica una presa di coscienza che non ha precedenti nella conferma
del fenomeno e nel renderlo riconoscibile.
In questo modo, l'immagine pittorica o
grafica realizzata nell'opera è soltanto il simbolo, la metafora
dell'opera. E l'opera è molto di più: è il risultato dell'operazione
completa e complessa compiuta dall'artista nel campo della
comunicazione.
Interprete estremo della propria epoca ACA ha
raggiunto così la più alta forma di astrazione.
L'OPERA VISIBILE da lui creata ci
rimanda infatti ad un'OPERA INVISIBILE, ne
annunzia la nascita, la vita e l'energia, destinata ad alimentarsi
grazie alla partecipazione di un pubblico che la osservi con
attenzione creativa.
Comunicare in un modo così rigoroso e privo di
compiacimenti estetici è un atto di grande coraggio, compiuto sul
confine tra ciò che è o sembra reale, tangibile e
misurabile nello spazio-tempo e le infinite potenzialità del
reale che attendono, per emergere dall'indistinto di altri
spazi e altri tempi, l'atto creativo dell'artista, la sua
“scelta”.
Dove conduce questo viaggio spazio-temporale
attraverso le opere di ACA?
Non soltanto alla scoperta di nuovi contenuti o
significati e neppure al godimento estetico di forme e colori, ma
all'intuizione di ciò che è oltre tali forme colori e significati,
cioè del mistero in cui siamo immersi. Proprio nel momento
in cui crediamo di avere raggiunto il massimo livello di
comprensione razionale della realtà riscopriamo il senso profondo
del mistero. E il senso del mistero è, per ognuno di noi,
autoreferenziale: di qui l'inconsapevole quanto fulminea inversione
di rotta dalla materia visibile dell'opera alla fonte di energia
significativa che la genera, non solo dentro l'artista, ma anche
all'interno di ognuno di noi come fruitori dell'opera. E questo
significa prima oscurità poi luce, cioè prima tormento
dell'ulteriore ricerca, poi conquista di nuova consapevolezza. E per
questo l'opera d'arte, invece di appartenere soltanto al suo autore,
conquista quello spessore collettivo che si approfondisce e dilata
con la sua diffusione nello spazio e nel tempo. Il riferimento
all'energia mentale e psichica che genera l'opera d'arte spiega così
perché un artista è grande nella misura in cui esprime l'anima di
una comunità d'Arte e di vita e, ancor più, della propria epoca e
perfino di altre epoche, anche remote, come nel caso di ACA.
Non è facile prevedere le conseguenze di scoperte
così imponenti in ambito sia strettamente scientifico, sia in campi
di grande interesse culturale e sociale attinenti alle varie forme
d'Arte e alla dimensione religiosa e spirituale.
Il mondo materiale si dissolve nella danza e
nell'inarrestabile movimento delle particelle elementari: la realtà
è, sì, fatta di materia, ma il cuore della materia è energia e
l'energia è informazione e sequela di significati da scoprire per
reinventare e ricreare la realtà e la nostra
visione del mondo.
A proposito del reale Jean Guitton dice: “Vorrei
tornare a un'idea che abbiamo già discusso in questo libro (1): ho
la sensazione che siamo immersi in quel famoso campo di informazione
fatto di coscienza e di materia….l'ordine dello spirito e l'ordine
della materia non sono incompatibili l'uno con l'altro, ma si
collocano lungo una vasta gamma di ordini che va dall'ordine
meccanico a quello spirituale…diventa chiaro che il loro dualismo è
un'illusione.”
E Charles S. Peirce: “Lo spirito umano riflette
l'universo che a sua volta riflette lo spirito umano: a questo
punto non si può più affermare semplicemente che la materia e lo
spirito coesistono, ma piuttosto che esistono l'una attraverso
l'altro.”
Ecco infine il pensiero di Pagels. “Credo che
l'universo sia un messaggio formulato in un codice segreto, un
codice cosmico, e che il compito dell'uomo di scienza consista nel
decifrare questo codice.”
Tornando al lavoro di ACA non resta che
sottolineare il suo impegno portato fino all'inverosimile
nell'affrontare, anche se con dimensioni e mezzi diversi, lo stesso
compito affidato all'uomo di scienza: decifrare il codice in cui è
scritto l'universo.
Se l'universo è veramente, come ritiene la maggior
parte dei fisici, “un messaggio da decifrare”, insieme alla ricerca
dei significati contenuti in ogni particella di
“energia-informazione”, si riapre più urgente che mai
l'interrogativo: chi è l'autore di questo straordinario messaggio e
a chi è rivolto? Quanto all'autore, la risposta è affidata, più che
agli scienziati, artisti, e uomini di cultura, all'intelligenza e
coscienza di ogni singolo individuo perché siamo tutti - e di questo
non credo possa dubitare nessuno - destinatari del messaggio.
Con le sue opere e i risultati dei suoi studi ACA
sta proponendo anche ai fruitori delle sue opere un compito
impegnativo e destinato ad aprire nuove importanti prospettive sul
ruolo dell'Arte nella società del futuro e sulle potenzialità dei
linguaggi legati alle tecnologie informatico-creative.
Per quanto riguarda il futuro possiamo fare
soltanto ipotesi, ma sappiamo che il viaggio verso la conoscenza
della realtà ci conduce almeno a tentare scoperta del mistero che è
in noi e intorno a noi e che ci interroga per rispondere alle nostre
domande offrendoci, insieme al suo messaggio, alcune importanti
chiavi di lettura. Per questo non ci possiamo fermare: la posta in
gioco è troppo alta, anche se la strada è lunga e difficile.
NOTE
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(1) Jean
Guitton, G.Bogdanov, J. Bogdanov, Dio e la scienza. Verso il
metarealismo, Bompiani, 1991
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